TASSA SUGLI EXTRAPROFITTI BANCARI: UNA NUOVA VERSIONE AL VAGLIO PARLAMENTARE
Come già affrontato in precedenza, è dal mese di agosto che il Governo è al lavoro per strutturare un’imposta straordinaria – gravante sul bilancio 2023 delle banche – al fine di fronteggiare l’aumento dei tassi di interesse sui mutui.
Rispetto alla prima bozza, nel corso dell’iter parlamentare si è giunti a una vera e propria metamorfosi dell’imposta. Infatti, è stato depositato un emendamento al D.L. Asset che integra il disegno fiscale con molteplici interventi correttivi. Tra questi si evidenzia:
➡Ricalibrazione dell’aliquota “al 40% sull’ammontare del margine di interessi” dell’esercizio 2023 “che eccede per almeno il 10% il medesimo margine” dell’esercizio 2021.
➡Si vieta espressamente alle banche di traslare gli oneri rilevanti dalla tassa sugli extraprofitti “sui costi dei servizi erogati nei confronti di imprese e clienti finali. L’Autorità garante della concorrenza e del mercato vigila sulla puntuale osservanza della disposizione anche mediante accertamenti a campione e riferisce annualmente al Parlamento con apposita relazione”.
➡Modifica del tetto massimo dell’imposta da 0,1% a 0,26% dell’importo complessivo dell’esposizione al rischio su base individuale. Ovvero si passa dal totale attivo all’attivo ponderato per rischio, escludendo così i titoli di Stato.
Risulta ancora piuttosto arduo stimare quali saranno gli effetti sull’economia, tuttavia, stando alle prime considerazioni degli analisti, per quanto concerne il settore bancario, la rimodulazione dell’imposta avrà effetti positivi in quanto ne ridurrà l’impatto e prevedibilmente costerà al sistema un importo compreso tra 1,5 e 2,2 miliardi di euro.