LISTA DUBAI E NON SOLO… E’ TEMPO DI GIOCARE D’ANTICIPO
Diritto penale tributario
La collaborazione internazionale tra i Governi nel contrasto all’evasione fiscale inizia a dare i suoi effetti.
Nei mesi scorsi il Governo tedesco ha acquistato da fonti anonime la c.d. “Lista Dubai”, contenente informazioni relative a milioni di contribuenti di tutto il mondo che possiedono asset patrimoniali nell’emirato arabo.
La Germania ha subito messo la lista a disposizione degli altri Paesi e l’Italia è stato il secondo Paese (dopo la Francia) ad acquisirne i contenuti.
Laura Castelli, sottosegretaria all’economia, ha riferito che l’Agenzia delle Entrate sta già verificando quanti sono i contribuenti italiani che non hanno dichiarato i capitali all’estero e il Direttore dell’AdE, Ernesto Maria Ruffini, ha informato che sono sotto analisi circa 700 posizioni.
A tutto ciò si aggiungono i controlli che la Guardia di Finanza sta svolgendo in base alla circolare n. 18399 del 2 luglio 2021 sulle operazioni registrate dagli operatori finanziari e professionisti per importi superiori a 15.000 Euro, intercorse con l’estero per conto o a favore di enti o persone fisiche, a prescindere dal fatto che siano o meno residenti.
Oltre al recupero a tassazione dei redditi imponibili e alle sanzioni fiscali (che per giunta raddoppiano in caso di Paesi “Black list” come Dubai) c’è il concreto rischio della responsabilità per i reati tributari, che può essere evitata solo in caso di preventivo ravvedimento del contribuente.
È dunque meglio muoversi d’anticipo.
Attraverso il ravvedimento operoso è infatti possibile beneficiare di sensibili riduzioni sulle sanzioni fiscali. Inoltre, se il ravvedimento o la presentazione della dichiarazione omessa interviene prima che l’interessato abbia avuto formale conoscenza dell’avvio di una qualsiasi attività di accertamento, si potrà beneficiare della non punibilità penale per i reati di dichiarazione fraudolenta, dichiarazione infedele ed omessa dichiarazione.
Lo Studio è in grado di offrire un qualificato screening del cliente e una due diligence sui rischi penali connessi alla regolarizzazione fiscale per valutare la fattibilità dell’operazione.